sabato 6 ottobre 2007

Come si può fermare la fuga dei ricercatori italiani?

Buonasera ragazzi!
Vorrei utilizzare questo spazio per illustrarvi un articolo comparso nel numero di Settembre del mensile Newton.
Come dice il titolo, tratta - pur molto brevemente - il problema della fuga dei cervelli italiani, intervistandone uno tra questi. Non uno qualunque, bensì il Premio Nobel Riccardo Giacconi.

Ecco l'articolo:

Bisogna combattere il culto della mediocrità che blocca il sorgere delle eccellenze. Solo così si può sperare di rilanciare la ricerca in Italia e negli altri Paesi che sono rimasti indietro.
In Italia, in Francia e in parte anche in Germania, negli ultimi decenni, si è puntato esclusivamente sulla diffusione dell'istruzione di base, nel tentativo di alzare il livello medio della popolazione.
E' lodevole l'intenzione di dare a tutti le stesse possibilità, ma non va fatto a discapito di chi è migliore e merità di più. In Italia, è fortemente radicata la paura della qualità, perché si teme che se qualcuno eccelle e guadagna di più, lo fa a discapito degli altri. E questo non è vero, sorpattutto in campo scientifico. In un sistema sano, i centri di eccellenza sono un beneficio per tutti, e fanno da traino per lo sviluppo generale del paese. In questa situazione, non si può parlare di fuga dei cervelli, piuttosto bisogna dire che l'Italia caccia via i cervelli perché non vuole eccellenze.
Un amico astronomo, dopo aver lavorato per anni all'estero, è tornato a Palermo, dove era nato. Voleva a tutti i costi rilanciare l'attività dell'osservatorio della sua città, ma si è scontrato con mille difficoltà. "Se le cose stanno così - mi disse - è perché è nell'interesse di qualcuno che rimangano così".
Lo stesso vale per il resto del paese. Se le cose stanno così è perché fa comodo a qualcuno che rimangano così. Se si vuole rilanciare la ricerca, frenare la fuga dei cervelli, e magari attrarne dall'estero, bisogna cambiare radicalmente la società, e puntare in modo deciso sulla meritocrazia.
Io sono per una forma di capitalismo delle idee, dove se la conoscenza e la meritocrazia sono sane portano benefici.
Vorrei citarvi una sua frase: "Michelangelo diventò un artista perché aveva un muro da dipingere. Uno scienziato, in Italia, non ha un muro. Per questo se ne va via."

1 commenti:

Anonimo,  12 ottobre 2007 alle ore 12:23  

Ho dimenticato il mio nickname e la password... cmq MERITOCRAZIA FOR EVER!

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