venerdì 28 agosto 2009

L'Avvenire dell'omosessualità

In questi giorni in cui la parola "moralità" è sulla bocca di tutti - soprattutto della Chiesa, ed in cui l'omofobia la sta facendo da padrona, con troppi ragazzi a farne le spese, c'è chi ha pensato di unire le due cose.
Questa mattina, un articolo di Gabriele Villa (de Il Giornale) "fa il cazziatone" a Dino Boffo, direttore de L'Avvenire (ha una pagina su Wikipedia, in Latino...grande..), in questi giorni protagonista di alcune esternazioni sulla decadenza etico-morale della politica di oggi. Bene, sta di fatto che, a quanto riporta l'articolo, tale Dott. Boffo non sia poi così mondo.....

Articolo 660 del Codice penale, molestia alle persone. Condanna originata da più comportamenti posti in essere dal dottor Dino Boffo dall’ottobre del 2001 al gennaio 2002, mese quest’ultimo nel quale, a seguito di intercettazioni telefoniche disposte dall’autorità giudiziaria, si è constatato il reato...
Sì, ma quale reato? Procedendo oltre tra le righe, si legge...

...Il Boffo - si legge - è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione. Rinviato a giudizio il Boffo chiedeva il patteggiamento e, in data 7 settembre del 2004, pagava un’ammenda di 516 euro, alternativa ai sei mesi di reclusione. Precedentemente il Boffo aveva tacitato con un notevole risarcimento finanziario la parte offesa che, per questo motivo, aveva ritirato la querela...
Ed ecco il patatrac. Stalking, molestie, omosessualità... Pare che tutto ciò che non abbia (ancora) fatto Silvio, sia stata fatta da Boffo!
Il quale, ovviamente, su L'Avvenire OnLine replica prontamente:

Nel confezionare la sua polpettona avvelenata, Feltri si è guardato bene dal far chiedere il punto di vista del diretto interessato: la risposta avrebbe probabilmente disturbato l’operazione che andava (malamente) allestendo a tavolino al fine di sporcare l’immagine del direttore di un altro giornale e disarcionarlo. Quasi che non possa darsi una vita personale e professionale coerente con i valori annunciati. Sia chiaro che non mi faccio intimidire, per me parlano la mia vita e il mio lavoro.
E pare non si chiuda qui.. Non si sono fatte attendere, infatti, le prime reazioni dal mondo politico, in primis dall'editore de Il Giornale stesso:

Il premier prende le distanze dall'attacco a Dino Boffo. "Il principio del rispetto della vita privata è sacro e deve valere sempre e comunque per tutti. Ho reagito con determinazione a quello che in questi mesi è stato fatto contro di me usando fantasiosi gossip che riguardavano la mia vita privata presentata in modo artefatto e inveritiero. Per le stesse ragioni di principio non posso assolutamente condividere ciò che pubblica oggi il Giornale nei confronti del direttore di Avvenire e me ne dissocio".
Non si hanno difficoltà a capire che si tratta del buon Silvio in persona.
A questa pagina, trovate altre reazioni a questo episodio.

Sbagliato nei modi, e crudele nei tempi, se i fatti sono d'accordo con l'articolista, beh non si può che essere dalla sua parte. Lo si chiami "Giornalismo ad orologeria", lo si chiami "killeraggio", ma se questi sono i fatti... Bisogna renderne conto al pubblico, giacché si parla di etica e moralità.
Ma se non verranno verificati, penso sia il minimo sollevare Feltri dall'incarico, oltre che allontanare il giornalista stesso.

Sicuramente, non finisce qui...


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