venerdì 18 settembre 2009

Mondo marcio


Scrivo. Devo scrivere. Ho bisogno di prendere un capo del filo di pensieri che rimbalzano tra le pareti della mia mente, per poi tirarlo a me.
Il filmato arrivatomi oggi via Facebook da Roberto mi ha mutato la giornata. Era allegra, fino a quel momento, allegra nella sua ignoranza. Poi, quelle immagini di soldati divertiti dal farsi rincorrere da un bimbo iracheno desideroso della bottiglia d'acqua che quelli brandivano dall'alto del loro carro, dallo sparare colpi contro moschee inveendo contro le stesse... Ho pensato che non ce la faremo mai. I “valori” che ci piace dipingerci addosso in seguito a tragedie come quella di ieri, mostrandoli piuttosto che possedendoli, nell'arco di un paio di giorni spariranno. Spariranno come spariscono i 2 milioni di dollari che il Governo Statunitense spende ogni ORA per sostenere la guerra del petrolio iracheno ed afgano. Spariranno come spariscono rapidamente le notizie dei morti americani che queste guerre stanno portando, superando le morti dovute all'attentato alle Torri Gemelle. Spariranno come stanno sparendo le città afgane ed irachene, come stanno sparendo le strutture civili che dovrebbero permettere il funzionamento di quelle rimaste. Come stanno sparendo le persone stesse. In Yemen, si sta combattendo una guerra civile tra il Governo locale ed una minoranza sciita, con migliaia e migliaia di profughi in fuga: ieri, in un campo tra questi, un raid aereo ha ucciso 80 tra donne e bambini.
L'Africa è dilaniata da conflitti tra infinite minoranze che salgono e scendono dal trono del potere a seconda del favore del commerciante d'armi di turno. A noi piacciono i diamanti, piace l'oro, piace il petrolio, piace il parquet, piace l'avorio, ma non ci chiediamo mai da dove vengono, e qual è stato il prezzo in vite umane di quel bene. Non ce lo chiediamo perché non sappiamo, o peggio perché non lo vogliamo sapere. La Cina sta via via comprandosi l'Africa, stato per stato. I Cinesi non hanno pane, così come gli Indiani. Sono in troppi. I loro terreni, sovrasfruttati ed inquinati, non possono più produrre a sufficienza, così si va altrove. Africa e Brasile stanno diventando colonie economiche di questi due paesi. Si tagliano le più grandi foreste pluviali del Pianeta, e si coltiva per sfamare popolazioni incapaci di essere autosufficienti: niente o limitato controllo delle nascite in India, assente controllo ecologico in Cina (e seguente perdita in terreni coltivabili). In Bangladesh, migliaia e migliaia di persone sono costrette a vivere in una zona soggetta ad alluvioni decennali: ogni dieci anni muoiono decine di migliaia di persone (125.000 nel solo 1991), ma ciononostante continuano a vivere in quelle zone. Perché? Perché nel resto del paese non c'è posto per loro. Non c'è. O vivi qui e muori ogni dieci anni, o non vivi. E così giocano consapevolmente alla roulette russa, purtroppo truccata, maledettamente truccata. In Somalia, la popolazione si ribella alla presenza “pacificatrice” dell'ONU, poiché i Caschi Blu sono spesso protagonisti di violenze sessuali ai danni di donne dei villaggi; donne e bambine, dai sei anni in su. Solo che loro il preservativo lo usano. In Thailandia, organizzazioni di Occidentali (tra cui anche molti Italiani, come le stesse Iene hanno documentato) gestiscono agenzie turistiche finalizzate al sesso pedo, in cui bambini e bambine dai 7 anni in su sono economicamente costretti a prostituirsi per poter mangiare. Ovviamente i turisti sono Occidentali. In Cambogia, si fa addirittura di peggio, poiché si possono comprare 'in toto' tali bimbi e bimbe: le famiglie sono costrette a venderli, per poter sopravvivere.
Sul numero di Scienze di questo mese, si mostra una foto di una distribuzione d'acqua dolce in Etiopia. Perché non ci sono distributori, e l'acqua viene distribuita (a discrezione del donatore) in vasconi, e chiaramente non si può sprecare acqua per pulirli. L'acqua è marrone. Un bimbo si fionda dentro per poterne bere quanta più possibile prima che venga presa anche da altri, ricevendo una bastonata dal “guardiano” della vasca stessa: il bimbo non può entrarci, poiché la sporca ancor di più, e perché altri potrebbero prenderne esempio. Questo succede, laddove l'acqua dolce scarseggia. Pensateci, quando vedete un rubinetto aperto, o quando una vostra conoscenza vi racconta delle sue docce dalla durata di ore.
E quando provano a salvare la propria vita approdando laddove la vita è migliore, noi li rimandiamo indietro. “Vadano a lavorare a casa loro”, dice qualcuno. Certo, perché poi ci vai tu a raccogliere pomodori nei campi 16 ore al giorno d'estate pagato 80 centesimi all'ora, senza garanzie di lavorare il giorno dopo. Facevamo lo stesso noi Italiani, molti anni fa, quando eravamo noi ad emigrare. “Portano criminalità; siano criminali a casa loro”, dicono altri. Ogni minoranza emarginata diventa violenta, e si difende – pur rimanendo nel torto, chiaro. Così come accadde a noi: non abbiamo forse esportato la Mafia negli States? E non siamo noi Occidentali, con la nostra Industria delle Armi, con la nostra voglia di legno pregiato, di oro e gioielli, non siamo noi a portare la guerra in casa loro? Gli Africani scappano dalla loro Nazione, perché noi gliela stiamo distruggendo.
Perché gli aiuti delle Nazioni vengono dati ai capi dei Governi africani come denaro liquido contante, anziché come tecnologie? Perché non diamo loro Internet, così imparano dagli Israeliani a desalinizzare le acque salate e ad irrigare i campi con pochissime risorse idriche? Perché non imponiamo alle Multinazionali di vendere ai contadini africani sementi OGM non controllate, sterili, che obbligano i coltivatori a comprare semenze ogni anno? Perché non andiamo a vedere in che condizioni lavora la Caritas, a bordo di non certo economici SUV pagati con le nostre donazioni? Perché la maggior parte delle donazioni è orientata a progetti di sostentamento della popolazione, anziché a progetti che mirino a renderla indipendente dalla nostra presenza? Che senso ha sfamare indistintamente i bambini africani, senza dar loro possibilità di sostentarsi autonomamente in futuro? Stiamo crescendo una generazione di affamati, che morirà di malattie, di mancanza di cibo, ma probabilmente solo dopo aver dato alla luce una nuova generazione, maggiore in numero, da sostentare con risorse alimentari destinate ad altri paesi, come le sopra citate Cina ed India.
Ma a noi sta bene così. Finché funziona la TV, friggitrice di cervelli, che ci dice quello che noi vogliamo sentirci dire e ci mostra quello che vogliamo vedere, beh tutto va bene.





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